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E' preceduta da un periodo di preparazione che dura per tutto il mese di Gennaio, durante il quale, nelle chiese cittadine così come in altri luoghi della storia agatina, si susseguono molte iniziative religiose e culturali.
Una bella carrozza settecentesca, seguita da un'altra più piccola, sulle quali prendono posto il Sindaco e gli Assessori, per recarsi alla processione.
La città è ormai pronta per l’uscita di S.Agata e la sera anticipa la festa con una “cantata” e un intenso sparo di fuochi d’artificio in Piazza Duomo, che riecheggia per tutta la città, accompagnato dal forte scampanio delle campane della Cattedrale.
E' uno dei momenti più suggestivi di tutta la festa.
Un oceano di folla osannante invade la Cattedrale: è il trionfo della fede e l'apoteosi del folclore.
Dopo la messa S.Agata viene portata fuori la Cattedrale e qui, dopo il fragoroso saluto con i fuochi d’artificio, inizia il cerimoniale della sistemazione dello Scrigno e del Busto Reliquiario sulla Vara, che si compie al suono della campana di S. Agata, posta nel campanile del Duomo.
Ha inizio il giro esterno della processione.
Il fercolo si muove tra un mare di folla e, partito da Piazza Duomo, attraversa Porta Uzeda, dove ha inizio la tradizionale "Calata da' marina", cosiddetta perchè fino al 1866 quella strada era lambita dal mare.
Il giro prosegue per Via Dusmet, Via Vittorio Emanuele, Piazza dei Martiri, Viale Della Libertà, Piazza Jolanda, Via Umberto, sino ad arrivare in Piazza Stesicoro e procedere per La salita dei Cappuccini (a 'nchianata de' Cappuccini) nei pressi in cui si consumò il suo Martirio.
La Santa viene fatta sostare lungamente a Piazza Stesicoro a fianco dell'Anfiteatro Romano e un prelato rievoca il significato liturgico del Martirio di Agata, ha inizio la salita dei Cappuccini che costituisce, assieme alla salita di San Giuliano (sera del 5 febbraio) e all'entrata in Cattedrale (la mattina del 6 febbraio) uno dei momenti più spettacolari dei festeggiamenti.
Il fercolo viene trainato di corsa in salita dai devoti e in questo tragitto passa innanzi alla Chiesa della Fornace, dove S. Agata subì l'ultimo Martirio e alla Chiesa del Santo Carcere, dove rese l'anima a Dio.
Nel pomeriggio si riparte per la Via Plebiscito. Dopo aver percorso Via Vittorio Emanuele, Piazza Risorgimento, Via Aurora e Via Palermo si arriva a piazza Palestro, dove si svolge uno spettacolare fuoco pirotecnico. Quindi, dopo aver percorso via Garibaldi, via Plebiscito, via Dusmet, si arriva in Piazza Duomo, dove si conclude la prima giornata della festa.
Il giro interno ha inizio intorno alle 17.00 del pomeriggio.
All'uscita del busto reliquiario, ricominciano a suonare le campane, rimbombano per l'aria i fuochi d'artificio.
Si parte.
S. Agata si avvia ad affrontare l'ultima serata dei festeggiamenti: via Etnea, vista da Piazza Duomo, col poderoso gioco di luce prodotto delle luminarie, appare un lungo infinito tunnel per arrivare a piazza Cavour, dove si trova la chiesa di S. Agata al Borgo, costruita in occasione dell'eruzione del 1669. Poi ci si avvia per il ritorno lungo la discesa di via Etnea.
All'incrocio con la via di Sangiuliano altra lunga sosta. Si è in attesa di affrontare "a' 'nchianata di Sangiuliano" che è il momento più suggestivo ma anche il più faticoso di tutto il percorso.
In via Crociferi inizia una lunga fase di riflessione e di preghiera. La via Crociferi era, ed in parte è ancora, sede di monasteri e di chiese: una vera e propria "via Sacra". Per tale motivo dal settecento in poi, è tappa obbligatoria nella processione agatina. Qui riceve l'omaggio delle monache benedettine che dalle grate delle finestre dell'antico monastero cantano inni alla Santa.
Arriva infine in via Garibaldi. Da qui il trionfale rientro in Cattedrale. E' il momento della chiusura, ma anche delle grida quasi disperate dei devoti più fervidi, poichè è arrivato il momento di separarsi dalla "Santuzza".
Imperdibili da ammirare le famose Candelore,rappresentazioni dei Mestieri e da gustare i vari prodotti tipici gastronomici legati alla festività.